Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 3 n. 10

ottobre 1991

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada arrivò dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando in Europa, America, Australia, Asia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato questo movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui egli ha dato vita.















La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'AmbrosioAli Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi

PROOF READING:
Gopi Priya devi dasi

TRADUZIONI:
bhaktin Nicoletta, bhaktin Rossana

COMPOSIZIONI:
Ananga Manjari dasi

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

SERVIZIO ABBONAMENTI:
Dananistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. RITORNO A KRISHNA esce tutti i mesi escluso agosto. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
B.B.T. Italia  Ufficio Abbonamenti - Strada Bonazza 12
50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
Tel. 055/8076414, Fax 055/8076630

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RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 3 N. 10 - ottobre 1991

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Strada Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

FOTOLITO: F.C.M.  Marcallo Con Casone (MI)

STAMPA: Grafiche Cometa - Magenta










CALENDARIO VAISNAVA

Sri Gaurabda 505  1991/92 d. C.
Ottobre

4 venerdì, Indira Ekadasi
5 sabato, Trayodasi
19 sabato, Pasankusa Ekadasi
20 domenica, Dvadasi
23 mercoledì, Krsna Saradiya Rasayatra
Laksmi Puja. Inizio del quarto mese di
Caturmasia, digiuno dall'urad dahl
27 domenica, scomparsa di
Narottama dasa Thakura
30 mercoledì, Radha Kunda prakat










VOL. 3, N° 10

LE QUALIFICHE DEL MAESTRO SPIRITUALE
Tratto da un'opera di Sua Divina Grazia Srila Prabhupada

L'OSSERVATORE VEDICO
Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo.

RIFUGIARSI
Una canzone di Srila Bhaktivinoda Thakura

Libri
SRIMAD BHAGAVATAM
Continua la pubblicazione del più grande classico della spiritualità tradotto da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.

AVETE BISOGNO DI UN GURU O NO?

PASTA: L'ITALIA VEGETARIANA

COSA? NIENTE TV!

IL NETTARE DELL'IMMORTALITA'

I dialoghi di Srila Prabhupada
ISTRUZIONI FINALI

LA FESTA DELLA DOMENICA

CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI

IN COPERTINA: Sri Krsna e la Sua eterna consorte Srimati Radharani










Ritorno a Krishna, la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. Quando Srila Prabhupada fondò questa associazione a New York nel 1966 spiegò gli obbiettivi che si prefiggeva:
1. Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed insegnare a tutti le tecniche della vita spirituale per bilanciare lo scompenso dei valori del mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come viene rivelata dalla Bhagavad-gita e dallo Srimad-Bhagavatam.
3. Far sì che i membri dell'associazione siano più vicini tra loro e più vicini a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e incoraggiare il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, Krsna, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Costruire per i membri e la società un luogo santo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Sri Krsna.
6. Unire i membri per insegnare un stile di vita più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obbiettivi sopraelencati.















LE QUALIFICHE
DEL MAESTRO SPIRITUALE

Un discorso tenuto all'Università di Stoccolma nel Settembre del 1973 da
Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada.



Per iniziare la vita spirituale sono necessarie due cose. Come spiega Sri Caitanya Mahaprabhu, una persona ha bisogno della misericordia del Signore Supremo e di quella del maestro spirituale.

brahmanda bhramite kona bhagyavan jiva
gurukrsnaprasade paya bhaktilatabija

Gli esseri viventi vagano nell'universo trasmigrando da un corpo all'altro, da un luogo all'altro e da un pianeta all'altro. Brahmanda bhramite: si stanno avvicendando in questo mondo materiale. Gli educatori moderni non conoscono questa scienza, (come l'anima spirituale trasmigri da un corpo all'altro e come venga trasferita da un pianeta all'altro) ma noi lo spieghiamo nel nostro libro "Antimateria ed Eternità".
Infatti il guru può aiutarvi a passare da questo pianeta direttamente al mondo spirituale, Vaikunthaloka, dove ci sono molti pianeti spirituali. Il pianeta più elevato nel mondo spirituale è il pianeta di Krsna, che si chiama Goloka Vrndavana. Il movimento per la coscienza di Krsna sta cercando di dare informazioni su come si possa direttamente andare a Goloka Vrndavana, Krsnaloka. Questa è la nostra missione.
Che differenza c'è tra il mondo materiale ed il mondo spirituale? La differenza è che nel mondo materiale si deve cambiare corpo, anche se in realtà si è eterni. Non si muore con la morte del corpo, ma si trasmigra da un corpo all'altro che può appartenere ad una delle 8.400.000 forme. Jalaja navalaksani. (Ci sono 900.000 forme acquatiche, 2.000.000 di forme di alberi e piante, 1.100.000 di forme di insetti, 1.000.000 di forme di uccelli e 3.000.000 di animali). Alla fine si giunge a questa forma umana. Ora siete voi a dover scegliere se essere nuovamente trasferiti, attraverso il ciclo della reincarnazione, da un corpo all'altro o se andare nel mondo spirituale, nel pianeta spirituale supremo, Goloka Vrndavana. Dipende da voi. Nelle specie inferiori siete completamente sotto il controllo della natura materiale, ma quando la natura materiale vi dà la possibilità di ottenere la forma umana, potete scegliere quello che preferite.
E' confermato nella Bhagavadgita (9.25):

yanti devavrata devan
pitrn yanti pitrvratah
bhutani yanti bhutejya
yanti madyajino 'pi mam

Chi cerca di andare nei pianeti superiori, i pianeti dei deva, dove la qualità e la durata della vita sono maggiori, può adorare i deva. Se volete potete andare a Pitrloka, il pianeta dei fantasmi, oppure dove vive Krsna (yanti madyajino 'pi mam). Dipende tutto da ciò che fate. Ma il samsara  vagare nel mondo materiale da un corpo all'altro o da un pianeta all'altro  non è consigliabile. L'esistenza materiale è chiamata samsara. Nasci in un corpo, vivi per un po' e poi devi lasciarlo e devi accettarne un altro. Questo è il samsara. Il mondo materiale è paragonato a un incendio nella foresta. Spesso nella foresta succede che, senza che nessuno lo provochi, il fuoco si accenda. Similmente nessuno in questo mondo materiale vuole essere infelice. Tutti cercano di essere felici, ma sono costretti ad accettare l'infelicità. In questo mondo materiale, dalla notte dei tempi, ci sono state guerre nonostante la gente abbia cercato di evitarle. Quando ero giovane c'era la Lega delle Nazioni. Nel 1920, dopo la Prima Guerra Mondiale, differenti nazioni la formarono proprio per vivere pacificamente. Nessuno voleva la guerra, ma ci fu di nuovo un incendio nella foresta, la Seconda Guerra Mondiale. Ora hanno costituito le Nazioni Unite ma le guerre continuano. Potete cercare di fare del vostro meglio per vivere in pace, ma la natura non ve lo permetterà. La guerra ci dev'essere. E questo sentimento di guerra continuerà sempre, non solo tra nazione e nazione, ma anche tra uomo e uomo, tra vicino e vicino, tra marito e moglie, padre e figlio. Questo sentimento di guerra continuerà. Nessuno va nella foresta ad appiccare il fuoco, ma per la frizione dei bambù secchi, le scintille si alzano e la foresta prende fuoco. L'incendio dell'esistenza materiale continua perpetuamente e la persona autorizzata, in grado di liberarvi da questo fuoco, si chiama guru, maestro spirituale.
Come vi libera? In che modo? Pensate ancora al fuoco. Quando c'è un fuoco nella foresta, non si può mandare un pompiere o andare con dei secchi d'acqua. Non servirebbe. Allora come si estinguerà? Per spegnere il fuoco c'è bisogno di acqua, ma che acqua, l'acqua del secchio? No, l'acqua del cielo. Solo quando ci sono torrenti di pioggia dal cielo, si spegnerà il fuoco divampante. Queste piogge non dipendono dalla vostra propaganda o dal progresso scientifico. Dipendono dalla misericordia del Signore Supremo. Per questo il maestro spirituale è paragonato ad una nuvola. Proprio come ci sono torrenti di pioggia da una nuvola, così il maestro spirituale porta la misericordia di Dio, la Persona Suprema. Una nuvola prende l'acqua dal mare. Non possiede l'acqua propria e il maestro spirituale porta la misericordia di Dio, la Persona Suprema. Osservate il paragone. Il guru non ha una sua misericordia ma porta quella di Dio, la Persona Suprema. Questa è la qualifica del maestro spirituale.
Il maestro spirituale non dirà mai, "Io sono Dio  posso darti misericordia". No. Quello non è un maestro spirituale  quello è un falso. Il vero maestro spirituale dirà "Io sono servitore di Dio; ho portato la Sua misericordia. Per favore prendila e sii felice". Questo è il compito del maestro spirituale. E' proprio come un postino. Quando il postino vi consegna dei soldi, i soldi non sono suoi, sono mandato da qualcun'altro, ma onestamente ve li dà: e voi siete soddisfatti di lui, anche se il denaro che vi ha dato non era suo. Quando ricevete del denaro da vostro padre o da altri, portato dal postino, siete soddisfatti.
Analogamente noi stiamo tutti soffrendo in questo fuoco divampante dell'esistenza materiale, ma guru porta il messaggio del Signore Supremo e lo offre, e se voi gentilmente lo accettate, sarà soddisfatto. Questo è il compito del maestro spirituale.

samsaradavanalalidhaloka
tranaya karunyaghanaghanatvam
praptasya kalyanagunarnavasya
vande guroh sricaranaravindam

Così si offrono omaggi al maestro spirituale: "O Signore, tu hai portato la misericordia del Signore Supremo; perciò ti siamo molto obbligati. Tu sei venuto per liberarci, perciò ti offriamo i nostri rispettosi omaggi". Questo è il significato di questo verso: la prima qualifica del maestro spirituale, del guru, è di portare il messaggio che spegne il fuoco che divampa nel nostro cuore. Questo è il test.
Tutti hanno un fuoco che divampa nel cuore  un fuoco di ansietà. Questa è la natura dell'esistenza materiale. Sono sempre tutti ansiosi; senza eccezione. Persino gli uccellini sono in ansia. Se si dà loro qualche chicco di riso, lo mangerà, ma prima guardandosi di qua e di là penserà: "Forse qualcuno vuole uccidermi". E' l'esistenza materiale. Anche se si ha una posizione molto elevata la malattia caratteristica del materialismo  l'ansia  ci contagia. Perciò se non volete essere in ansia, dovete prendere rifugio nel guru. E il test sul guru è che, seguendo le sue istruzioni, dovete liberarvi dall'ansia. Non cercate di trovare un guru a buon mercato, o alla moda. Come qualche volta si tiene un cane perché è di moda, volete avere un guru perché è di moda:
"Ho un guru" non vi sarà di aiuto. Dovete accettare un guru che può estinguere il fuoco divampante dell'ansietà nel cuore. Questo è il primo test su un guru.
Il secondo test è: mahaprabhoh kirtananrtyagita vaditramadyanmanaso rasena.
Il secondo sintomo del guru autentico è il suo impegno costante nel canto, nel glorificare Sri Caitanya Mahaprabhu. Mahaprabhoh kirtananrtya-gita. Il maestro spirituale danza e canta il santo Nome del Signore, perché questo è il rimedio per tutte le calamità in questo mondo materiale. In questa era (l'era della discordia e dell'ipocrisia), nessuno può meditare. La cosiddetta meditazione, ora popolare in Occidente, è una truffa. Le Scritture vediche dicono: krte yad dhyayato visnum. Nel satyayuga (era della verità), quando la gente viveva centomila anni, Valmiki Muni ottenne la perfezione meditando per sessantamila anni. Ma adesso non siamo neppure sicuri di vivere per 60 anni, e neanche per sessanta ore, e perciò la meditazione non è possibile in quest'era. Nell'era successiva, tretayuga, la gente compiva i riti, come sono prescritti negli sastra, le Scritture vediche. Tretayam yajato mukhaih. Mukhaih significa fare grandi sacrifici, e per questo ci vogliono un sacco di soldi. In quest'era, la gente è molto povera e non può fare sacrifici. Dvapare paricaryayam  nello dvaparayuga (l'era precedente a quella attuale) era possibile adorare le Divinità opulentemente nei templi, ma al giorno d'oggi, anche questo è impossibile. Quindi la regola generale è kalau tad dharikirtanat: in quest'era di Kali si può ottenere la perfezione semplicemente cantando il santo Nome del Signore. Il movimento per la Coscienza di Krsna è destinato a diffondere questo canto. Sri Caitanya Mahaprabhu inaugurò questo movimento di canto e danza, che è andato avanti negli ultimi cinquecento anni. In India è molto popolare, ma in Occidente lo abbiamo appena introdotto. Molta gente lo accetta e si sente felice. E' l'unica possibilità.
Quindi il guru è sempre impegnato nel canto. Mahaprabhoh kirtananrtyagita: cantare e danzare. Se lui non lo fa, come può insegnarlo ai suoi discepoli?
Allora il primo sintomo del maestro spirituale è che dà istruzioni tali da sollevarvi immediatamente dall'ansia, e il secondo è che è sempre impegnato personalmente nel canto del santo Nome del Signore e nella danza. Mahaprabhoh kirtananrtyagitavaditra-madyanmanaso rasena: il maestro spirituale gode la felicità trascendentale all'interno della mente cantando e danzando. Non si può danzare se non si è felici. Non si può danzare artificialmente. Quando i devoti danzano non lo fanno in modo artificiale. Sentono una felicità trascendentale, perciò danzano. La loro danza è spirituale. Romancakampasru-tarangabhajah. A volte anche il corpo ha dei sintomi spirituali con delle trasformazioni; il pianto, o si rizzano i capelli. Ci sono molti sintomi, sono naturali. Non bisogna cercare di imitarli, ma quando si è spiritualmente avanzati ci sono.
Il terzo sintomo del guru è:

srivigraharadhananityanana-srngaratanmandiramarjanadau
yuktasya bhaktams ca niyunjato 'pi
vande guroh sricaranaravindam

E' dovere del maestro spirituale impegnare i discepoli nell'adorazione delle Divinità, srivigraha. In tutti i nostri centri, c'impegnamo nell'adorazione delle Divinità.
Srivigraharadhananityananasrngara-tan-mandiramarjanadau: adorare le Divinità significa vestirle in modo opulento, pulire il tempio molto bene, offrire buon cibo e accettarne i resti per nutrirci. Così si adorano le Divinità. Anche il guru lo fa, e lo insegna ai suoi discepoli. Questo è il terzo sintomo.
Il quarto sintomo è: caturvidhasribhagavatprasada-svadvannatrptan haribhaktasanghan krtvaiva trptim bhajatah sadaiva vande guroh sricaranaravindam
Il maestro spirituale incoraggia la distribuzione del prasada (resti del cibo offerto a Krsna) alla gente. La nostra non è filosofia sterile, parlare e andarsene. Distribuiamo un prasada, molto sontuoso. In tutti i nostri templi viene distribuito in grandi quantità. E la distribuzione del prasada è un altro sintomo del guru. Se mangi bhagavatprasada, ti spiritualizzi gradualmente; il prasada ha questo potere. Per questo è detto che la realizzazione di Dio inizia con la lingua. Sevonmukhe hi jihvadau: se impegnate la lingua al servizio del Signore, realizzerete Dio. E come deve essere impegnata la lingua? Cantate il santo Nome del Signore e prendete prasada, così, con questi due metodi, giungerete alla realizzazione spirituale, realizzerete Dio. Per realizzare Dio non è necessario che possediate un'elevata educazione o siate filosofi, scienziati o ricchi. Se solo impegnate sinceramente la lingua al servizio del Signore, Lo realizzerete. E' così semplice. Non è difficile. Perciò il guru, il maestro spirituale, promuove la distribuzione del prasada. Svadvannatrptanhari-bhaktasanghan. Haribhaktasanghan significa "in associazione dei devoti". Non potete farlo da soli. Krtvaiva trptim bhajatah sadaiva: quando il guru è pienamente soddisfatto della distribuzione di prasada, s'impegna nel servizio devozionale al Signore cantando e danzando. Questo è il quarto sintomo.
Il quinto sintomo è:

sriradhikamadhavayorapara-madhurya-lilagunarupanamnam pratiksanasvadanalolupasya vande guroh sricaranaravindam

Il maestro spirituale è sempre assorto nei divertimenti di Krsna, della Sua consorte Srimati Radharani e delle gopi. Talvolta pensa ai divertimenti di Krsna con i pastorelli. Questo significa che pensa sempre a Krsna e ai Suoi divertimenti. Pratiksanasvadanalolupasya. Pratiksana significa che il guru è assorto pensando a Krsna ventiquattr'ore al giorno. Questo significa essere coscienti di Krsna. Bisogna pensare a Krsna ventiquattr'ore al giorno. Dovreste fare così. Noi lo facciamo. Non pensiamo a Dio una volta alla settimana... No, ci impegniamo ventiquattr'ore al giorno.
Il sintomo successivo è:

nikunjayuno ratikelisiddhyai
ya yalibhir yuktir apeksaniya
tatratidaksyad ativallabhasya
vande guroh sricaranaravindam

L'obbiettivo finale del maestro spirituale è il suo desiderio di andare sul pianeta di Krsna, dove può associarsi con le gopi per aiutarle a servire Krsna. Alcuni maestri spirituali pensano di diventare assistenti delle gopi, altri dei pastorelli, altri di Nanda e madre Yasoda e altri servitori di Dio. Alcuni pensano di diventare alberi di fiori o di frutta, vitelli o mucche a Vrndavana. Ci sono cinque tipi di sentimenti: santa (venerazione), dasya (servizio), sakhya (amicizia), vatsalya (parentela), e madhurya (amore coniugale). Nel mondo spirituale c'è tutto. Cintamaniprakarasadmasu: nel mondo spirituale anche la terra è spirituale. Gli alberi, la frutta, i fiori; l'acqua, i servitori, gli amici, le madri, i padri, il Signore ed i Suoi associati sono tutti spirituali. Tutto è assoluto sebbene sia presente la varietà.
Nel mondo materiale questa varietà spirituale è semplicemente riflessa, proprio come gli alberi sulla riva di un fiume. Un albero si riflette nell'acqua, ma come? Capovolto. E questo mondo materiale è un riflesso del mondo spirituale ma distorto. Nel mondo spirituale c'è amore tra Radha e Krsna. Krsna è sempre giovane, nava-yauvana. E Radharani è sempre giovane, perché è la potenza di piacere di Krsna. Sri radhikamadhavayor apara. Jaya radhamadhava. Noi non adoriamo Krsna da solo, ma Krsna con la Sua eterna compagna Srimati Radharani. Tra Krsna e Radharani c'è amore eterno. Perciò il Vedantasutra dice che la Verità Assoluta è ciò da cui tutto emana. In questo mondo troviamo l'amore tra madre e figli, moglie e marito, maestro e servitore, amico ed amico, padrone e cane, gatto o mucca. Ma questi sono solo riflessi del mondo spirituale. Anche Krsna ama gli animali, i vitelli e le mucche. Lo si può vedere anche nei dipinti. Nel mondo spirituale c'è anche la tendenza ad amare gli animali, altrimenti come potrebbe essere riflesso qui? Questo mondo è semplicemente un riflesso. Se nella realtà non esistessero queste cose, come potrebbero essere riflesse qui? Nel mondo spirituale c'è tutto. Ma per comprendere la tendenza originale ad amare bisogna praticare la coscienza di Krsna. In questo mondo stiamo sperimentando la frustrazione. Qui cerchiamo di amare, un uomo ama una donna, o viceversa, ma c'è frustrazione. Dopo un po' di tempo divorziano, perché il loro amore è un riflesso distorto. Non c'è vero amore in questo mondo. E' solo lussuria: Il vero amore è nel mondo spirituale, tra Radha e Krsna. Il vero amore è là, tra Krsna e le gopi. Il vero amore è l'amicizia tra Krsna e i pastorelli. Il vero amore c'è tra Krsna, le mucche e i vitelli. Il vero amore è là tra gli alberi, i fiori e l'acqua. Nel mondo spirituale tutto è amore. Ma in questo mondo materiale, ci dobbiamo accontentare del semplice riflesso di ciò che è presente nel mondo spirituale. Perciò ora che abbiamo l'opportunità di una vita umana, cerchiamo di capire Krsna. Questa è Coscienza di Krsna, cercare di capire Krsna. E come dice la Bhagavad-gita (4.9): janma karma ca me divyam evam yo vetti tattvatah  bisogna comprendere Krsna in modo profondo, non superficialmente. Imparare la scienza di Krsna. Questa è l'istruzione: bisogna semplicemente cercare di amare Krsna. Il modo per farlo è adorare le Divinità, prendere prasada, cantare i santi Nomi di Krsna e seguire le istruzioni del maestro spirituale. In questo modo apprenderete come capire Krsna e la vostra vita diventerà un successo.
Questo è il nostro movimento per la coscienza di Krsna. Grazie molte.















L'OSSERVATORE
VEDICO

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Goura Krsna dasa  Giorgio Cerquetti



25 ANNI DOPO

Vi ricordate cosa stavate facendo nell'estate del 1966? Avevate appena terminato l'anno scolastico e da bravi studenti vi godevate le tanto agognate vacanze, oppure già adulti consideravate l'estate un meritato periodo di riposo dopo mesi di intensa attività lavorativa. Fate uno sforzo di memoria, provate a ricordare, forse qualcuno di voi, che adesso è magari già sposato con figli, non era ancora nato o aveva appena imparato a camminare da solo. Vi riveliamo un episodio, di portata storico che ebbe luogo in quella lontana estate degli anni sessanta.
Nel Luglio del 1966, l'undici per l'esattezza, Srila Prabhupada firmò tutti i documenti per registrare legalmente nello Stato di New York l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna.
Da allora molti eventi storici si sono succeduti nel bene e nel male ma il movimento Hare Krsna si è andato progressivamente diffondendo in tutti gli angoli del pianeta Terra. Gli ultimi grandi Paesi toccati dalla misericordia del Signore Krsna sono stati l'Unione Sovietica e la Cina, tendenzialmente atei ed ostili alla religione.
I devoti di Krsna sono arrivati in Italia nel 1973, io ho deciso di aderire a questo movimento spirituale alla fine del 1976. Negli anni successivi ricordo chiaramente i commenti di molti giornali: "Gli Hare Krsna: una setta di origina americana" "Un fenomeno passeggero destinato a scomparire in pochi anni col passare della moda". C'era addirittura chi vedeva nei pacifici devoti un aspetto distruttivo e pericoloso per l'intera società. Col passare del tempo tutte queste informazioni ed illazioni stampate ed ampiamente diffuse attraverso la carta stampata, si sono dimostrate del tutto infondate. Nessuno ci ha poi chiesto scusa per aver insinuato nell'opinione pubblica dubbi e sospetti sulla nostra cultura spirituale ricca di tradizioni e storicamente millenaria. Il paradosso è che oggi alcune alte cariche dello Stato discutono in modo disinvolto il metodo per concedere un'eventuale grazia ai fondatori delle Brigate Rosse, che non hanno certamente seminato pace e spiritualità. E' giusto perdonare e per godersi la pensione ed aiutare i colpevoli a redimersi, ma sarebbe anche giusto riconoscere le serie intenzioni di chi ha portato nella cultura occidentale valori ed insegnamenti di indubbio valore spirituale.
Ad ogni modo, grazie all'illimitata misericordia di Dio, il movimento per la Coscienza di Krsna è andato avanti trasformandosi gradualmente in una grande realtà sociale e spirituale. Mentre all'inizio erano principalmente le nuove generazioni che mostravano interesse per questa spiritualità che veniva da molto lontano, oggi le persone che vogliono conoscere ed amare Krsna provengono da diverse categorie sociali. Giovani ed anziani, ricchi e poveri, intellettuali e semplici lavoratori.
Il mondo sta cambiando, la violenza, la droga, l'inquinamento, l'aids e le guerre civili o internazionali, hanno rivelato in modo clamoroso la fragilità dei sistemi materialisti. Le statistiche parlano di un grande ritorno dei popoli verso Dio e la fede.
In una calda estate americana Srila Prabhupada, predicatore solitario, appena sbarcato dall'India senza denaro e senza solidi punti di riferimento, osò fondare un movimento internazionale il cui scopo era contribuire in modo sostanziale alla rispiritualizzazione della società umana a tutti i livelli.
Il modo migliore per celebrare il venticinquesimo anniversario del suo movimento e metterne in risalto la purezza di cuore, la determinazione intellettuale, il coraggio sociale e la grande visione spirituale. Srila Prabhupada era molto caro a Dio ed era convinto, prima di lasciare questo mondo materiale, di poter dare il suo umile contributo per un mondo migliore. Lui l'ha fatto! Seguiamo il suo esempio. Nel 1966 aveva compiuto settant'anni, un'età in cui la maggior parte della gente si ritira dalla vita attiva o per godersi la pensione, o semplicemente perché impedita da un corpo che gli anni hanno reso debole e meno incline all'azione dinamica. Per estendere il suo messaggio spirituale fece 14 volte il giro di questo pianeta viaggiando in aereo, per terra e per mare. Traduceva testi sanscriti, manteneva in buona coscienza i suoi primi discepoli e volentieri teneva lezioni e conferenze per soddisfare l'interesse e la curiosità delle migliaia di persone che lo avvicinavano.
Ricordare Srila Prabhupada vuol dire testimoniare la grande misericordia che Dio manifesta costantemente verso di noi. Il prezzo da pagare per accedere a questa illimitata sorgente di piacere, conoscenza e felicità è il nostro desiderio sincero.
E' un costo che tutti noi possiamo permetterci. Dio è onnipotente, in realtà non ha bisogno di niente, però apprezza ed accetta il nostro amore e la nostra devozione.
Siamo nel 1991 alle soglie del mitico anno duemila. La religione e la spiritualità erano state date per moribonde dai fautori del moderno progresso industriale. Il benessere economico si è rivelato un'arma a doppio taglio. Prepariamoci per i prossimi venticinque anni. Grazie Srila Prabhupada, per essere venuto in Occidente.















RIFUGIARSI

di Srila Bhaktivinoda Thakura



amara bolite prabhu! are kichu nai tumii amara matro pitabandhubhai
bandhu, dara, suta, suta - taba dasi das sei to sambandhe sabe amara prayas
dhana, jana, grha, dara tomara boliya rakha kori ami matro sebaka hoiya
tomara karjera tare uparjibo dhan tomara somsarebyaya koribo bahan
bhalomanda nahi jani seba matro kori tomara samsare ami bisayaprahari
tomara icchaya mora indriyacalana srabana, darsana, grhana, bhojana-basana
nijasukha lagi kichu nahi kori ar bhakativinoda bale, taba sukasar

O Signore, non c'è niente che posso chiamare "mio". Tu solo sei mio padre, amico e fratello.
I miei amici, mia moglie, i miei figli e le mie figlie in realtà sono solo Tuoi servitori.
Per questo in qualsiasi modo io mi prenda cura di loro, è solo per soddisfare Te.
Se continuo a mantenere la mia ricchezza, i membri della mia famiglia, la mia casa e mia moglie,
lo faccio semplicemente perché sono Tuoi. Per quanto riguarda me, io sono solo un Tuo servitore.

Per servirTi guadagnerò e sosterrò le spese della Tua famiglia.

Non mi preoccuperò di cosa potrebbe essere buono o cattivo per me.
Penserò solo a servirTi. Non sono altro che un guardiano che custodisce le proprietà della Tua famiglia.

In qualunque modo io usi i miei sensi, per ascoltare, per vedere, per odorare, o per gustare,
lo faccio esclusivamente per soddisfarTi.

Non farò più nulla per il mio piacere personale.

Thakura Bhaktivinoda dice: "La Tua felicità è l'essenza di ogni cosa".



Questa è una canzone scritta alla fine dello scorso secolo da Srila Bhaktivinoda Thakura, un grande maestro spirituale della successione disciplica della Coscienza di Krsna. E' estratto da un'opera più vasta intitolata Saranagati (Rifugiarsi).
Srila Bhaktivinoda Thakura era un capofamiglia, con moglie e bambini, ed era un responsabile magistrato del governo. Nonostante il suo apparente coinvolgimento negli affari di questo mondo materiale, era perfettamente cosciente di Krsna, con mente, parole ed azioni pienamente dedicate al servizio di Sri Krsna. Secondo gli insegnamenti di Sri Caitanya Mahaprabhu, il maestro originario della Coscienza di Krsna nell'era moderna, una persona non ha bisogno di cambiare la propria posizione in questo mondo materiale, ma solo la propria coscienza. Questo è confermato in tutta la letteratura vedica. Non c'è bisogno di abbandonare la propria casa, il lavoro o la famiglia; bisogna cambiare solo la propria coscienza, da coscienza materiale a Coscienza di Krsna, e la propria vita diventerà sublime. Chi conosce la scienza di Krsna ed è pienamente assorto nella Coscienza di Krsna è un'anima liberata, anche in questo mondo materiale, ed è pienamente qualificato per essere un maestro spirituale.
In questa canzone, Srila Bhaktivinoda Thakura esprime l'ideale vita familiare in Coscienza di Krsna. Una persona cosciente di Krsna sa di non essere il corpo, ma un'anima spirituale nel corpo, e sa di essere un eterno servitore di Krsna, Dio, la Persona Suprema. Perciò vede la vita non in termini di relazioni corporee temporanee ma alla luce dell'eterna relazione con Krsna. Sa che solo Krsna è il vero proprietario e goditore di tutto e che Krsna è il parente intimo e l'amico più benevolo per tutti.
Sebbene le amicizie e la vita familiare in questo mondo materiale siano temporanee, i propri amici e parenti nella loro vera ed eterna identità, sono tutti servitori di Krsna, anche se ora possono non esserne consapevoli. La persona cosciente di Krsna perciò pensa sempre a come impegnare i suoi amici e parenti, e tutti gli esseri viventi, al servizio di Krsna. La chiave verso questa coscienza trascendentale è il canto dei santi Nomi del Signore, Hare Krsna Hare Krsna, Krsna Krsna Hare Hare, Hare Rama Hare Rama, Rama Rama Hare Hare. Un capofamiglia ha il dovere di mantenere la sua famiglia e provvedere alle sue necessità materiali, e, al contempo, è obbligato ad occuparsi del suo benessere spirituale. E' detto che una persona non dovrebbe diventare madre, padre, marito o insegnante se non può proteggere quelli che dipendono da lui dalle catene della morte, impegnandoli nel servizio devozionale a Krsna. Per fare questo una persona responsabile farà in modo che tutti, sotto la sua cura, cantino regolarmente Hare Krsna, studino le Scritture rivelate come la BhagavadGita e lo Srimad-Bhagavatam e che si nutrano solo di krsna-prasada (cibo vegetariano offerto a Krsna con devozione).
Sebbene l'attaccamento alla casa, alla moglie, ai figli, agli amici e ai soldi sia un impedimento all'avanzamento spirituale, una persona cosciente di Krsna, sa che la famiglia, gli amici e i possedimenti che chiama "suoi" in effetti appartengono solo a Krsna. Perciò continua a portare avanti i suoi doveri materiali, ma solo per la soddisfazione di Krsna. Là dove un materialista opera nella vita mondana per soddisfare se stesso o i suoi amici e parenti, una persona cosciente di Krsna opera allo stesso modo, ma solo per soddisfare Krsna, il Signore Supremo. Perciò è un trascendentalista perfetto. Anche se partecipa agli affari mondani, non è mai contaminato da attaccamenti materiali. In questo modo ricorda un fiore di loto, che giace sempre sull'acqua ma non si bagna mai. Dedicando la propria mente, il corpo, la casa, e qualsiasi cosa abbia al servizio del Signore, rimane perfettamente situato nella vita trascendentale.
Jayadvaita Svami















Libri

SRIMADBHAGAVATAM

Primo Canto: "La Creazione"

Questa è la continuazione della presentazione dello Srimad-Bhagavatam, il grande classico spirituale dell'India scritto 5000 anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, e ora presentato in una nuova traduzione con il commento di Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo SrimadBhagavatam fornisce la chiave perché l'umanità possa diventare unita nella pace, nella prosperità e nell'amicizia concentrandosi su una causa comune. Questa causa comune è l'unità spirituale di tutti gli esseri viventi, e lo SrimadBhagavatam presenta un'ideologia rivoluzionaria che è la base per la rispiritualizzazione della società. Nel mondo d'oggi non c'è mancanza di avanzamento scientifico, ciò che manca è la conoscenza della scienza di Dio. Quindi, in un mondo che soffre per la discordia universale, per l'ansietà e la confusione, non c'è letteratura più importante di questo radioso SrimadBhagavatam. Se volete ricevere l'intera serie di volumi dello SrimadBhagavatam scrivete alla BBT Italia.















SPIEGAZIONE

Sri Narada Muni afferma, per esperienza personale, che la soluzione perfetta di tutti i problemi dell'esistenza materiale è la diffusione universale delle glorie assolute del Signore Supremo.
Ci sono quattro tipi di uomini virtuosi e quattro tipi di uomini empi. I primi riconoscono la supremazia del Signore onnipotente e sono coloro che 1) nella sofferenza, 2) nel bisogno, 3) nella conoscenza elevata o 4) nel desiderio di approfondire la loro conoscenza di Dio, prendono intuitivamente rifugio nel Signore. Naradaji consiglia a Vyasadeva di diffondere a loro beneficio la conoscenza trascendentale di Dio secondo la vasta erudizione che egli ha già acquisito in materia di conoscenza vedica. I secondi sono 1) quelli che per migliorare le loro condizioni materiali si danno interamente all'azione interessata, esponendosi così alle sofferenze inerenti a queste azioni, 2) coloro che si abbandonano a ogni tipo di vizio per soddisfare i sensi e devono così inevitabilmente subirne le conseguenze, 3) coloro che possiedono una vasta erudizione materiale, ma non sono in grado di riconoscere la supremazia del Signore onnipotente e devono perciò anche loro subire un gran numero di sofferenze, infine 4) quelli conosciuti come atei, che nonostante tutti i tormenti che li affliggono si oppongono violentemente al nome stesso di Dio.
Sri Naradaji consiglia dunque a Vyasadeva di descrivere le glorie del Signore a beneficio di queste otto categorie di uomini, virtuosi e miscredenti. Così lo SrimadBhagavatam non è destinato a qualche setta o gruppo particolare, ma a ogni anima sincera e desiderosa di servire il proprio bene e raggiungere la pace della mente.
Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sul quinto capitolo del primo Canto dello Srimad-Bhagavatam, intitolato: "Narada istruisce Vyasadeva sullo SrimadBhagavatam".












CAPITOLO SESTO

Dialogo tra
Narada e Vyasadeva




VERSO 1


suta uvaca
evam nisamya bhagavan
devarser janma karma ca
bhuyah papraccha tam brahman
vyasah satyavatisutah

sutah uvaca: Suta disse; evam: così; nisamya: ascoltando; bhagavan: il potente avatara; devarseh: del grande saggio tra gli esseri celesti; janma: nascita; karma: azione; ca: e; bhuyah: ancora; papraccha: domandò; tam: a lui; brahman, o brahmana; vyasah: Vyasadeva; satyavatisutah: il figlio di Satyavati.



TRADUZIONE

Suta disse:
O brahmana, dopo aver ascoltato da Narada stesso il racconto della sua nascita e delle sue attività, l'avatara Vyasadeva, figlio di Satyavati, lo interroga.



SPIEGAZIONE

Vyasadeva desiderava conoscere più a fondo la perfezione raggiunta da Naradaji, perciò cercava di sapere sempre più sulla sua persona. In questo capitolo Naradaji racconterà come poté incontrare il Signore per qualche istante, mentre provava un profondo e doloroso sentimento di separazione da Lui.



VERSO 2


vyasa uvaca
bhiksubhir vipravasite
vijnanadestrbhis tava
vartamano vayasy adye
tatah kim akarod bhavan

vyasah uvaca: Sri Vyasadeva disse; bhiksubhih: dai nobili mendicanti; vipravasite: essendo partiti; vijnana: conoscenza scientifica della Trascendenza; adestrbhih: coloro che avevano istruito; tava: te; vartamanah: presente; vayasi: della tua vita; adye: prima; tatah: in seguito; kim: che cosa; akarot: hai fatto; bhavan: tua grazia.



TRADUZIONE

Sri Vyasadeva disse:
Che cosa hai fatto (Narada) dopo la partenza dei grandi maestri che ti avevano istruito nella scienza trascendentale prima della tua vita presente?



SPIEGAZIONE

Vyasadeva è discepolo di Narada, ed è naturale quindi che desideri ardentemente conoscere la storia di Naradaji dopo che questi ricevette l'iniziazione dai suoi maestri spirituali. Egli voleva seguire l'esempio di Narada e raggiungere così la sua stessa perfezione. Il desiderio d'interrogare il maestro spirituale rappresenta un passo fondamentale sul sentiero del progresso spirituale e si designa col termine saddharmaprccha.



VERSO 3


svayambhuva kaya vrttya
vartitam te param vayah
katham cedam udasraksih
kale prapte kalevaram

svayambhuva: o figlio di Brahma; kaya: in quale; vrttya: occupazione; vartitam: passata; te: da te; param: dopo l'iniziazione; vayah: esistenza; katham: come; ca: e; idam: questo; udasraksih: lasciasti; kale: giunto il momento; prapte: avendo ottenuto; kalevaram: corpo.



TRADUZIONE

Come si svolse la tua vita dopo l'iniziazione, o figlio di Brahma, e, giunto il momento, come lasciasti il tuo precedente corpo per ottenere quello attuale?



SPIEGAZIONE

E' certamente importante per Vyasadeva sapere come Sri Narada Muni, figlio di una semplice servitrice nella sua vita passata, poté subire una trasformazione così perfetta da ottenere un corpo spirituale, eterno, tutto conoscenza e felicità. Vyasadeva desidera dunque che egli riveli, per la soddisfazione di tutti, come avvenne questa metamorfosi.

VERSO 4


prakkalpavisayam etam
smrtim te munisattama
na hy esa vyavadhat kala
esa sarvanirakrtih

prak: precedente; kalpa: giorno di Brahma; visayam: soggetto; etam: questo; smrtim: ricordi; te: i tuoi; munisattama: o grande saggio; na: non; hi: certamente; esah: questo; vyavadhat: turbo; kalah: il tempo; esah: questo; sarva: tutto; nirakrtih: annientamento.



TRADUZIONE

Tutto perisce sotto l'azione del tempo. Com'è possibile allora, o grande saggio, che questi fatti, accaduti in un giorno di Brahma anteriore a quello in cui viviamo, siano ancora vivi nella tua memoria, indisturbati dal tempo?



SPIEGAZIONE

Come l'anima, anche la coscienza spirituale non è mai distrutta, neppure dopo l'annientamento del corpo materiale. Sri Narada aveva sviluppato questa coscienza spirituale nel precedente kalpa, quando aveva ancora un corpo di materia. Invece, la coscienza materiale, inferiore, distruttibile e deformata, non è altro che la coscienza spirituale manifestata attraverso un corpo di materia. La coscienza ultramentale, situata sul piano spirituale, condivide così le qualità dell'anima spirituale e non perisce mai.



VERSO 5


narada uvaca
bhiksubhir vipravasite
vijnanadestrbhir mama
vartamano vayasy adye
tata etad akarasam

naradah uvaca: Sri Narada disse; bhiksubhih: dai grandi saggi; vipravasite: essendo partiti; vijnana: conoscenza scientifica della Trascendenza; adestrbhih: coloro che avevano istruito; mama: me; vartamanah: presente; vayasi adye: prima di questa esistenza; tatah: in seguito; etat: questo; akarasam: compii.



TRADUZIONE

Sri Narada disse:
I grandi saggi che mi avevano istruito nella scienza spirituale della Trascendenza andarono altrove, ed ecco come si svolse la mia vita dopo la loro partenza.



SPIEGAZIONE

Quando Naradaji, nella sua precedente vita, ricevette la conoscenza spirituale per la grazia dei grandi saggi, la sua esistenza subì un tangibile cambiamento, sebbene allora avesse solo cinque anni. Questo radicale cambiamento ha una parte importante nella realizzazione spirituale ed è il segno che si è ricevuta l'iniziazione da un maestro autentico e si è saputo beneficiare della compagnia dei devoti. Nel corso di questo capitolo sarà descritto come questo cambiamento è avvenuto per Sri Narada Muni.



VERSO 6


ekatmaja me janani
yosin mudha ca kinkari
mayy atmaje 'nanyagatau
cakre snehanubandhanam

ekaatmaja: avendo un solo figlio; me: mia; janani: madre; yosit: donna; mudha: di poca intelligenza; ca: e; kinkari: servitrice; mayi: a me; atmaje: essendo suo figlio; ananyagatau: colui che non ha altri mezzi per proteggere; cakre: fece; snehaanubandhanam: legato dall'affetto.



TRADUZIONE

Mia madre, donna semplice, era solo una servitrice e non aveva altri figli. Ero figlio unico, e il solo sostegno che conoscevo era il suo affetto, con cui ella mi legò.



VERSO 7


sasvatantra na kalpasid
yogaksemam mamecchati
isasya hi vase loko
yosa darumayi yatha

sa: ella; asvatantra era dipendente; na: non; kalpa: capace; asit: era; yoga-ksemam: sostegno; mama: il mio; icchati: sebbene desiderosa; isasya: della provvidenza; hi: certamente; vase: sotto il controllo; lokah: tutti gli esseri; yosa: marionette; darumayi: fatte di legno; yatha: come.



TRADUZIONE

Ella voleva assicurarmi un mantenimento appropriato, ma non poté perché non era indipendente. Il mondo gira sotto l'ordine sovrano del Signore Supremo e tutti gli esseri sono come marionette di legno tra le mani di un burattinaio.



VERSO 8


aham ca tadbrahmakule
usivams tadupeksaya
digdesakalavyutpanno
balakah pancahayanah

aham: io; ca: anche; tat: quello; brahmakule: nella scuola dei brahmana; usivan: vissi; tat: lei; upeksaya: dipendendo da; dikdesa: luoghi; kala: tempo; avyutpannah: non avendo esperienza; balakah: bambino; panca: cinque; hayanah: anni.



TRADUZIONE

Ancora bambino, all'età di cinque anni, senza alcuna esperienza di altri paesi e legato dall'affetto di mia madre, vissi nella scuola dei brahmana.



VERSO 9


ekada nirgatam gehad
duhantim nisi gam pathi
sarpo 'dasat pada sprstah
krpanam kalacoditah

ekada: una volta; nirgatam: essendosi allontanata; gehat: dalla casa; duhantim: per mungere; nisi: la sera; gam: mucca; pathi: sul sentiero; sarpah: serpente; adasat: morse; pada: alla gamba; sprstah: colpendo; krpanam: la povera donna; kala-coditah: sotto l'influenza del tempo supremo.



TRADUZIONE

Una sera, la mia povera madre, uscita per mungere una mucca, fu morsa alla gamba da un serpente, sotto l'azione del tempo sovrano.



SPIEGAZIONE

Così Dio esorta le anime sincere ad avvicinarsi a Lui. Il povero ragazzo aveva solo una madre affettuosa che si occupava di lui, ma per il volere supremo ella lasciò questo mondo; egli fu costretto così ad affidarsi totalmente alla misericordia del Signore.



VERSO 10


tada tad aham isasya
bhaktanam sam abhipsatah
anugraham manyamanah
pratistham disam uttaram

tada: allora; tat: quello; aham: io; isasya: del Signore; bhaktanam: dei devoti; sam: benessere; abhipsatah: che desidera; anugraham: grazia speciale; manyamanah: così pensando; pratistham: partii; disam uttaram: nella direzione del nord.



TRADUZIONE

Questa fatalità mi apparve come una grazia particolare del Signore, che desidera sempre benedire i Suoi devoti; così pensando presi la strada del nord.



SPIEGAZIONE

L'intimo devoto del Signore vede in ogni circostanza una benedizione in cui si manifesta la volontà del Signore. Ciò che tutti in questo mondo giudicherebbero come un colpo del destino, una disgrazia, a lui appare come una speciale grazia del Signore. Egli sa che la prosperità materiale è uno stato di febbre che incatena a questo mondo, ma la grazia del Signore scende sul devoto per far calare gradualmente questa febbre materiale e per aiutarlo a ritrovare progressivamente la salute spirituale. I materialisti, invece, non possiedono questa visione.



VERSO 11


sphitan janapadams tatra
puragramavrajakaran
khetakharvatavatis ca
vanany upavanani ca

sphitan: molto prospere; janapadan: grandi capitali; tatra: là; pura: città; grama: villaggi; vraja: grandi fattorie; akaran: campi minerari (miniere); kheta: terre coltivate; kharvata: vallate; vatih: giardini fioriti; ca: e; vanani: foreste; upavanani: vivai; ca: e.



TRADUZIONE

Attraversai allora numerose capitali prospere, città, villaggi, fattorie di allevamento, miniere, terre coltivate, vallate, giardini fioriti, foreste, vivai.



SPIEGAZIONE

Le attività dell'uomo nel campo dell'agricoltura, dello sfruttamento di miniere, dell'allevamento, delle industrie, del giardinaggio e così via, avevano lo stesso sviluppo dei nostri giorni nella creazione precedente a quella in cui viviamo e continueranno a sussistere nella creazione successiva. La legge della natura vuole che ogni creazione sia annientata dopo numerose centinaia di milioni di anni, e seguita, dopo altrettanti anni, da un'altra. E la storia dell'universo si ripete ogni volta allo stesso modo. I nostri pensatori mondani perdono tempo con i loro scavi archeologici, dimenticando i veri valori dell'esistenza. Sri Narada Muni, sebbene ancora bambino, non diede alcuna importanza a tali ricerche o all'accumulo di ricchezze, anche dopo aver visto città villaggi miniere e industrie prospere. Appena si ridestò alla vita spirituale continuò senza esitare la sua progressiva emancipazione spirituale.
Lo SrimadBhagavatam narra dunque avvenimenti storici che risalgono persino a numerose centinaia di milioni di anni fa, ma ne riporta solo i più salienti.



VERSO 12


citradhatuvicitradrin
ibhabhagnabhujadruman
jalasayan chiva-jalan
nalinih surasevitah
citrasvanaih patrarathair
vibhramad bhramarasriyah

citradhatu: minerali preziosi come l'oro, l'argento e il rame; vicitra: molto vari; adrin: colline e montagne; ibhabhagna: spezzati dagli elefanti; bhuja: rami; druman: alberi; jalasayan siva: salutari distese d'acqua; jalan: acqua; nalinih: fiori di loto; surasevitah: a cui aspirano gli abitanti dei pianeti celesti; citrasvanaih: piacevoli; patrarathaih: dagli uccelli; vibhramat: confuse; bhramara-sriyah: ornati di api.



TRADUZIONE

Attraversai colline e montagne ricche di minerali preziosi, come l'oro, l'argento e il rame; percorsi regioni coperte di laghi con magnifici fiori di loto e ronzanti di api inebriate e uccelli melodiosi, tutti luoghi ideali per gli abitanti dei pianeti celesti.

(segue nel prossimo numero)















AVETE BISOGNO DI UN GURU O NO?

Il prof. Harvey Cox dell'Università di Harvard ha invitato Subhananda dasa
a tenere tre conferenze sul ruolo tradizionale del guru.
Ne è seguita un'interessante discussione tra il Prof. Cox, i suoi studenti e il loro ospite.



Studente: L'idea di guida spirituale o maestro
spirituale non è esclusiva della tradizione
spirituale indiana, come sapete. La si può
trovare, in forme diverse, in un ampio spettro
di contesti religiosi e culturali: l'abate o il
priore dei cristiani, il rabbi degli ebrei, il roshi
dello Zen e così via. Nonostante ciò la maggior parte degli occidentali sembra non accettare di buon grado l'idea di potersi sottomettere a una guida spirituale. Secondo voi da che
cosa dipende?
Subhananda dasa: Dipende dalla mancanza
di interesse per la vita spirituale. Viviamo in
una società che è orientata verso tutto ciò che
è materiale, e la maggior parte della gente è
semplicemente disinteressata. Questa mancanza di interesse trae origine dal nostro scetticismo moderno: l'incapacità di credere in un
concetto concreto di un'assoluta, perfetta Verità. La maggior parte della gente  se prova
qualche interesse per la filosofia o per la
religione, tende ad essere relativista: "Ognuno ha la sua verità personale." Così se non c'è
realmente nessuna verità definitiva, obbiettiva o assoluta: se tutto è relativo e soggettivo,
l'idea del guru, di colui che insegna la Verità,
è priva di senso. Così consideriamo i guru come
semplici persone che diffondono il personale
o altrui concetto relativo di verità o di realtà.
Studente: Oltretutto la maggior parte della
gente è riluttante ad accettare il presupposto
della perfezione umana. Anche se può esistere
una verità obbiettiva, la natura umana è talmente soggetta all'errore che nessuno può
percepire in pieno la verità.
Subhananda dasa: Sì. La Verità Assoluta,
Dio, appare così infinita, trascendente ed esoterica che poterla percepire è al di là delle
capacità umane. Noi quindi pensiamo che
nessuno possa realizzare perfettamente la Verità. Noi accettiamo l'idea di insegnante solo
in senso limitato. Una persona, noi pensiamo,
può essere in grado di insegnarci qualcosa
delle sue intuizioni relative su verità relative.
Ma chiunque dica di essere in possesso della
conoscenza perfetta deve essere considerato
un ciarlatano. Vediamo questo tipo di scetticismo negli stereotipi dei media: il guru: un
magrissimo e anziano individuo, con barba e
lunghi capelli bianchi, che dispensa misteriosi
aforismi ed enigmi cosmici, e che spreme i
suoi seguaci delle loro ricchezze.
Studente: Io penso che, forse per orgoglio,
alcune persone non amino molto l'idea di
sottomettersi.
Subhananda dasa: Sì. Ci piacerebbe essere nella posizione dell'insegnante non in quella dello studente. La sottomissione a un insegnante implica ammettere di aver bisogno di guida e istruzioni. Bisogna essere umili. La maggior parte di noi si sottomette alla guida di un'altra persona solo come ultima risorsa.
Studente: Ma tutti noi sappiamo che le figure
autorevoli possono diventare corrotte. Tutti noi abbiamo avuto, suppongo, esperienze con figure autorevoli  genitori, insegnanti, politici, clero. Penso che si diffidi di qualsiasi guru perché potrebbe essere corrotto.
Subhananda dasa: Sfortunatamente questo timore è fondato. Per ogni autentico guru ce ne sono molti altri non qualificati, non autentici, le cui motivazioni sono discutibili. E di sicuro alcuni sono chiaramente dei ciarlatani imbroglioni. Spesso il problema è che il potere corrompe. E quando un guru è investito per tradizione o per autodichiarazione, di un potere assoluto, troppo spesso, il potere assoluto corrompe. Se le motivazioni di una persona nel voler diventare il maestro spirituale di un'altra sono anche soltanto leggermente tinte dal desiderio di soddisfazione personale, molto probabilmente questa persona si trasformerà in uno sfruttatore. Perciò occorre essere molto cauti. Esistono dei maestri spirituali autentici. Ma per trovare un guru autentico occorre essere dei ricercatori autentici.
Studente: Perché molta gente sembra seguire dei guru che hanno qualifiche e motivazioni discutibili?
Subhananda dasa: Perché molti sedicenti ricercatori non vogliono davvero un guru autentico e serio. Non vogliono una vita spirituale impegnativa e non desiderano fare i necessari sacrifici. Un guru autentico richiederà una vera resa personale e una ferma rinuncia ai piaceri materiali. La maggior parte della gente non vuole andare così lontano. Vuole un guru che faccia poche domande e fornisca soluzioni poco impegnative e artificiali.
C'è anche da dire che difficilmente un guru in Occidente parla dei testi tradizionali che forniscono princìpi secondo i quali gli aspiranti seguaci possano giudicare l'autenticità dell'insegnante. In molti casi, ne sono certo, i guru evitano di farlo consapevolmente. Alcuni maestri vanno così lontano da negare l'importanza dei testi tradizionali, affermando di essere loro stessi in grado di fornire l'esperienza spirituale che le Scritture possono solo descrivere. E' solo una tattica per non esporsi. I seguaci vengono lasciati senza alcun principio che possa metterli in grado di poter giudicare l'autenticità del loro guru  eccetto, naturalmente, i principi personali del guru. Chiunque conosca la tradizione spirituale indiana attraverso i testi tradizionali può rendersi conto di questo. Ma molti seguaci sono spiritualmente degli illetterati, ignoranti della profondità e della ricchezza delle tradizioni che il loro guru sostiene di rappresentare. Sotto la bandiera dell'esperienza immaginano che il ragionamento analitico sia una perdita di tempo  e in questo modo sono privi di qualsiasi conoscenza delle realtà spirituali salvo vaghi concetti come "la luce", "lo spirito", "l'amore", "l'Uno", e così via. Potrete pensare che io stia esagerando. Se lo pensate andate e guardate con i vostri occhi. Parlate con i seguaci di questo genere di guru. Sarete sorpresi.
Studente: Penso che tu abbia ragione. Mi farebbe piacere che tu spiegassi meglio il concetto di guru ideale, come viene espresso nella vostra tradizione.
Subhananda dasa: Bene, la base di un guru è la profonda conoscenza della scienza della Verità Assoluta. Inoltre, un guru autentico è un'anima realizzata. E' libero dall'illusione. Sa di essere un essere spirituale eterno e non si identifica quindi più con la materia. Sa che la Verità Assoluta è la sorgente e l'essenza di ogni cosa. E questa conoscenza non è né teorica né speculativa; si basa sulla percezione diretta della realtà. Il guru sperimenta direttamente la verità, non soltanto teoricamente. Non è solo un filosofo o un teologo; è un mistico. Ha sperimentato e sta sperimentando ciò di cui parla.
Il guru realizzato non solo conosce la Verità. Ama la Verità. Nel suo significato originale, il termine filosofo vuole dire: "colui che ama la Verità". Si potrebbe quindi dire che il maestro spirituale è il filosofo ideale. Non è un puro concetto, per quanto grandioso o sublime, che egli ama. E' la Verità Assoluta, Dio, che suscita in lui i più profondi sentimenti devozionali. Ci sono naturalmente molte interpretazioni della natura e della funzione del guru anche nella tradizione spirituale indiana. Ma piuttosto che cercare di fornirne una visione d'insieme, parlo dal punto di vista della principale e più influente tradizione teista indiana, quella vaisnava, rappresentata da grandi pensatori come Ramanuja, Madhva e Sri Caitanya Mahaprabhu.
Studente: Prima stavi parlando dell'ascetismo
del guru...
Subhananda dasa: Sì. Questa è un'altra classica caratteristica del guru autentico: egli ha rinunciato al desiderio di acquisizione e gratificazione materiale. Poiché è libero da ahankara, il falso ego, non ha alcuna indulgenza verso se
stesso né fisica, né mentale. In altre parole, non
è sufficiente sapere solo teoricamente di essere
diversi dal corpo materiale. Occorre comprendere la propria identità spirituale realizzandola
direttamente.

E colui che realizza direttamente la propria identità spirituale, rinuncia a quegli oggetti, a quei piaceri che hanno a che fare con il corpo temporaneo. Realizza che, proprio come il corpo è temporaneo, così lo è anche ciò che possiede e i piaceri materiali che quindi non sono di nessun vero significato. Paragonati al piacere sublime che egli prova nel servizio devozionale a Sri Krsna, tutti i piaceri materiali appaiono noiosi e privi di vita. Questa rinuncia o ascetismo può solo provenire da un reale avanzamento spirituale. Per questa ragione Srila Rupa Gosvami ci dice: "Solo una persona spiritualmente avanzata, che riesce a tollerare gli impulsi della parola, le richieste della mente, gli impulsi della fame e quelli della lingua, dello stomaco e dei genitali è qualificata ad assumere la posizione di guru." Se qualcuno, pur essendo ancora attaccato alle cose materiali, assume questa posizione ci dovrebbe far riflettere.
Studente: Quindi la pratica è importante quanto le regole?
Subhananda dasa: Sì. Se il guru non è una persona rinunciata, se è ancora dedito alle attività e alla gratificazione materiale, come riuscirà a liberare gli altri dall'egoismo e dall'illusione? Deve dare il massimo esempio. Il guru viene anche chiamato acarya  colui che insegna con l'esempio personale. In altre parole, egli stesso vive la conoscenza che insegna. Le sue azioni, le sue parole, la sua indole riflettono completamente la Verità sublime di cui parla. Le sue azioni sono un esempio che va seguito dagli altri. La sua sola presenza può, se si è un po' sensibili, addolcire il cuore, elevare i sentimenti e ispirare.
Studente: Le qualifiche del guru che hai elencato (che deve essere realizzato spiritualmente, che deve aver rinunciato alle cose materiali, e che deve essere di grande esempio agli altri) suonano come i principi generali della santità. Che cosa distingue veramente un guru oltre al fatto di essere santo?
Subhananda dasa: Il fattore che ovviamente lo distingue è che il guru insegna. Non è soltanto un santo, rende santi anche gli altri. Ciò significa compassione. Non è soltanto pago del suo personale avanzamento spirituale di essere liberato o salvato. Desidera queste cose per gli altri. La compassione infatti è il vero sintomo della spiritualità.
E' importante notare come il guru trasmette la conoscenza al suo discepolo. La gente pensa erroneamente che l'illuminazione del suo discepolo sia una sorta di misteriosa impresa in cui il guru inietta magicamente la conoscenza come se sovraccaricasse il discepolo di corrente elettrica. In realtà il guru spiega tutto al suo discepolo facendo uso della logica e della ragione, come fanno le Scritture autorevoli e la tradizione.
Studente: Prima hai detto che occorre essere sicuri della validità della conoscenza che il
guru insegna e hai collegato questo alla successione disciplica e storica.
Subhananda dasa: Questo è un punto cruciale. Ci dovrebbe essere un test sulla validità. Oggigiorno tutti si considerano dei guru, nel senso che tutti istintivamente presumono di vedere le cose come realmente sono. Ci distendiamo sui vasti e oscuri dati delle quotidiane e ordinarie percezioni dei nostri sensi e delle nostre impressioni mentali e arriviamo a delle grandi conclusioni sulla natura delle cose. Ma poiché le impressioni sensorie e mentali differiscono largamente da persona a persona, arriviamo a delle conclusioni completamente differenti. Una moltitudine di individui, una moltitudine di diverse concezioni del mondo. Noi tutti pensiamo di essere il nostro guru. Ma è chiaro che colui che pensa di essere il proprio guru ha degli stupidi come discepoli.
L'idea di guru presuppone l'esistenza, la realtà, di una perfetta e obbiettiva conoscenza, che può essere percepita direttamente, se solo avessimo gli occhi per vederla. All'interno della grande tradizione di cui faccio parte, la conoscenza perfetta e infallibile è chiamata veda  sapienza eterna e divina, preservata per mezzo della tradizione orale e più tardi compilata sotto forma di Scritture vediche. Per tradizione la conoscenza Vedica viene trasmessa attraverso quella che viene chiamata parampara, la successione disciplica. La conoscenza è preservata con cura e trasmessa dal maestro al discepolo, di generazione in generazione. In altre parole, il guru ha il sacro dovere di trasmettere la conoscenza vedica così com'è, senza aggiunte soggettive o interpretazioni personali.
Professor Cox: Vorrei attirare l'attenzione, in modo amichevole, su quello che penso possa essere un interessante contrasto, non in questo caso, penso, tra la tradizione induista e quella cristiana, ma tra quello che può riferirsi agli elementi di discendenza e non discendenza all'interno di qualsiasi particolare tradizione religiosa. Io penso che nel cristianesimo si possano trovare esempi di interpretazioni sia di discendenza che di non discendenza, sia di successione disciplica che di successione non disciplica. C'è il concetto della successione apostolica, che il Papa rappresenta, e molte chiese si basano su questa nozione di successione disciplica.
Ci sono però, e io penso che derivino anche da Gesù, visioni delle verità non discendenti e non appartenenti alla successione disciplica. L'idea di fondo qui è che una discendenza possa corrompersi e spesso succede. Infatti molte di esse hanno all'interno della loro struttura la possibilità di corrompersi. Perciò Dio a volte appare nella società umana come critico della discendenza piuttosto che renderla durevole. Quando Gesù critica la discendenza del suo tempo, dice: "Voi dite che vostro padre è Abramo, ma io vi dico che Dio può far risorgere dai sassi i figli di Abramo." Si associò a Giovanni Battista che fondò quello che voi chiamereste un movimento contro la stirpe. E inoltre abbiamo l'esempio interessante di San Paolo, che era una specie di personificazione della nozione disciplica contro la discendenza nel primo periodo del Cristianesimo. Sarebbe a dire che ricevette una rivelazione diretta da Dio e da Cristo e non cercò assolutamente di essere legittimizzato dai primi discepoli. Mi piacerebbe quindi che tu rispondessi su questo tema  la relazione tra la trasmissione disciplica e la rivelazione carismatica o visione della verità, che è spesso autodisciplica.
Subhananda dasa: Ha senz'altro ragione quando sottolinea che una stirpe può essere corrotta. Le stirpi si indeboliscono e cessano di funzionare allo stesso tempo. La storia delle religioni sicuramente fornisce molti esempi. Ma è importante comprendere che la successione disciplica dei Vaisnava non è puramente storica ma rivelata. Non preclude in nessun modo la rivelazione carismatica o la visione della verità. La successione non implica necessariamente la pura trasmissione meccanica del dogma. Il guru non è solo un pedante funzionario. L'eterna conoscenza vedica nasce da ciascun anello congiunto alla catena. Diventa reale e dinamica attraverso la vitalità spirituale del guru. Egli realizza la verità e trasmette i frutti di tale realizzazione incluso l'esatto processo attraverso il quale il discepolo stesso può giungere alla realizzazione. Krsna dice ad Arjuna nella Bhagavad-gita: "L'anima realizzata può in segnarti la conoscenza perché ha visto la Verità." E' chiaro inoltre che il Signore, nella Sua forma di insito testimone e di guida, l'Anima Spirituale, il Paramatma, rivela sempre la conoscenza spirituale all'interno del Suo puro devoto. La successione disciplica quindi ha una funzione rivelatoria, sebbene tale funzione rimanga intatta solo fino a che gli anelli della catena sono perfettamente saldati.
Ma siccome, per una ragione o per l'altra, la successione disciplica può corrompersi o perdere la sua vitalità spirituale, Dio interviene personalmente o tramite un Suo agente. Ha fatto l'esempio di Gesù Cristo che criticò la discendenza del suo tempo. Ma mi sembra che ciò che lui criticava non fosse il concetto di stirpe in se stessa, ma la corruzione della stirpe, la decadenza e l'uso improprio della stirpe, o anche le limitazioni di una particolare stirpe. I cattolici in ogni modo direbbero che lo stesso Gesù ha stabilito una nuova discendenza, quella della successione apostolica, sebbene, come lei suggerisce, il pensiero dei protestanti tenderebbe a essere contrario alla discendenza. Nella conoscenza vaisnava, il Signore interviene storicamente quando una tradizione si corrompe, si perde o necessita di rivitalizzazione. Nella Bhagavadgita Sri Krsna stesso spiega ad Arjuna che con l'interruzione dell'antica successione disciplica, l'eterna scienza dello yoga era andata persa e perciò era necessario che Lui personalmente la ripresentasse al Suo discepolo, Arjuna.
Le successioni discipliche possono degradarsi in ortodossia arcaica, cosa che non dovrebbe succedere.
Studente: Se il guru trasmette principalmente la conoscenza vedica, si può semplicemente orientare la propria vita sulle basi della conoscenza delle Scritture, senza doversi associare con un guru? Perché non si possono affrontare direttamente le Scritture?
Subhananda dasa: Aderire alle Scritture Vediche senza la guida pratica e diretta di un maestro spirituale non è sufficiente per l'avanzamento spirituale per varie ragioni. Per prima cosa la letteratura vedica descrive la Verità Assoluta sotto diversi angoli e prescrive cammini diversi per giungere alla Verità. Il maestro spirituale conosce la mentalità particolare di ciascun discepolo e lo istruisce personalmente, a seconda delle sue inclinazioni. Si fa in genere l'esempio della farmacia che può contenere migliaia di medicine; è necessario però un dottore che possa prescrivere la medicina adatta a quel particolare disturbo.
L'aspirante spirituale inoltre beneficia dell'esempio personale di un'anima perfetta. Dato che il guru dà personalmente esempio di sapienza vedica, quella sapienza diventa tangibile e reale per il discepolo.
Inoltre non è per i suoi sforzi, in ultima analisi, che il discepolo avanza nel cammino spirituale. E' per misericordia divina. Le benedizioni del Signore sono distribuite dal Suo rappresentante, il maestro spirituale. Un verso dello Svetasvatara Upanisad afferma: "Solo alle grandi anime che hanno allo stesso tempo fede assoluta nel Signore e nel maestro spirituale, viene immediatamente rivelato il profondo significato della conoscenza vedica."
Studente: Mi potrebbe spiegare ancora la funzione di emissario del guru, a cui ci si riferisce definendolo "un'eterna manifestazione" di Dio?
Subhananda dasa: Il guru autentico è rappresentante di Dio. Agisce da intermediario tra chi aspira alla spiritualità e il Signore. Il guru non ostacola il contatto dell'anima con il Signore, anzi lo facilita, mentre sotto l'influenza di maya, l'illusione, l'anima priva di aiuto non riesce né a percepire, né ad avvicinare Dio direttamente. Si avvicina a Lui per mezzo del maestro spirituale. Il discepolo vede Dio, si potrebbe dire, attraverso il suo maestro spirituale  e questa visione è realmente diretta. Si può vedere un albero attraverso la finestra della propria camera, ma la percezione dell'albero è sempre diretta. Questo significa che il guru deve essere "trasparente"  un tramite trasparente per l'approccio del discepolo verso il Signore. Il guru non tiene per sé l'adorazione del discepolo, la passa a Dio.
E Dio appare attraverso il guru per liberare




figure:
Sotto: Nonostante i suoi figli fossero esemplari e pieni di devozione, il re Rsabhadeva li istruì davanti a un'assemblea, in modo che tutti i sudditi potessero ascoltarlo.

Vidura manifestò una tale devozione, e la sua vita fu così virtuosa, che anche un materialista come Dhrtarastra poté ottenere la liberazione grazie ai suoi insegnamenti.
















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PASTA:
L'ITALIA VEGETARIANA

di PARAMA KARUNA DEVI DASI

La pasta asciutta è
il piatto nazionale italiano, conosciuto ed apprezzato in tutto
il mondo, e rappresenta nel modo più
genuino la tradizione gastronomica mediterranea. Se preparata e impastata da
non devoti, è meglio non offrirla direttamente alle murti, ma se viene impastata e
preparata con amore e devozione dal devoto sincero può rappresentare un'offerta
molto raffinata, perfettamente situata nella
virtù. Leggiamo infatti nel commento alla Bhagavadgita (17.810) la spiegazione di Srila Prabhupada:
"Grandi autorità in materia hanno scelto, nel passato, gli alimenti che soddisfano nel modo migliore le nostre esigenze (accrescere la longevità, purificare la mente e dare al corpo salute e vigore) e che sono, tra l'altro, i prodotti del latte, lo zucchero, il riso, il grano, la frutta e la verdura. Questi sono gli alimenti preferiti dagli uomini guidati dalla virtù. Altri, come il mais o la melassa, sebbene non molto saporiti, acquistano sapore se mischiati col latte o con altri alimenti della virtù, e raggiungono così la sfera della virtù."
Possiamo dunque capire che la pasta, preparata con il grano, alimento della virtù, e abbinata con i prodotti del latte e la verdura, anch'essi alimenti della virtù, rappresenta un cibo degno di essere offerto a Krsna. Inoltre, poiché secondo l'autorevole insegnamento di Srila Rupa Gosvami nel Bhakti rasamrita sindhu, uno dei sintomi della devozione consiste nell'offrire al Signore un alimento che ci è caro (Nettare della devozione, pag. 58), chi apprezza le qualità della pasta potrà approfittare anche di queste gustose ricette, mettendole al servizio di Krsna, per progredire nella vita spirituale.
Per quanto riguarda il metodo per impastare e preparare la pasta, possiamo semplicemente dire che è necessaria la farina di grano duro. Non usate la farina di grano tenero, altrimenti la pasta non terrà la cottura e si spappolerà nell'acqua. Potete usare le macchinette apposite per i vari formati di pasta, o se siete molto abili potete anche provare a farla a mano. Ma in qualsiasi modo decidete di preparare la pasta (o anche se la acquistate dai devoti) il metodo per cuocerla è sempre lo stesso.







CUOCERE LA PASTA

Sarebbe davvero difficile trovare un italiano che non sappia come cuocere la pasta. Comunque, lo ripetiamo qui tanto per riassumere: per 100 gr. di pasta fate bollire 1 litro d'acqua, per 1 kg. almeno 6/7 litri. Quando l'acqua bolle, aggiungete un cucchiaio circa di sale (o secondo il vostro gusto), poi quando ha ripreso il bollore gettate la pasta, mescolando bene subito con un cucchiaio di legno. Lasciate poi il cucchiaio sul bordo della pentola, cosa che aiuterà ad evitare che l'eventuale schiuma esca dalla pentola.
Quando la pasta sarà cotta al dente,
cioè ancora ben soda, ma spezzata con le dita oppure con una forchetta non deve vedersi più il centro crudo, di colore diverso, spegnete il fuoco e aggiungete un bicchiere di acqua fredda per fermare la cottura. Versate subito nel colapasta e scolate bene e rapidamente, senza però asciugare troppo la pasta. Scaldate eventualmente la zuppiera o il piatto con acqua bollente e asciugateli prima di versare la pasta, poi condite come preferite.







SPAGHETTI ALLA MARINARA
VEGETARIANA

Lavate e affettate non troppo finemente due o tre melanzane con la buccia tenera (devono essere di stagione), poi friggetele in poco olio di oliva extravergine, senza far fumare l'olio, e disponetele in una zuppiera. Quando avrete fritto tutte le
melanzane, salatele, versatevi sopra l'olio, il succo di un limone o due (circa due o tre cucchiai) e una bella manciata di prezzemolo tritato non troppo finemente. Potete aggiungere anche un pizzico di asafetida in polvere. Lasciate macerare il tutto per qualche ora, anche in frigorifero se fa caldo. Lessate gli spaghetti come al solito, e versateli nella zuppiera con le melanzane.







ORECCHIETTE
CON LE CIME DI
RAPE

Pulite e tagliate a pezzetti 400 gr. di cime di rape, poi lessatele in poca acqua bollente salata, che terrete da parte al momento di scolare le verdure. Quando le cime di rape saranno cotte, scolatele e mettetele in padella con due cucchiai di olio, un cucchiaio di pangrattato, un pizzico di asafetida in polvere e una manciatina di olive nere snocciolate. Fatele rosolare per una decina di minuti, intanto che le orecchiette cuociono nell'acqua delle verdure che avrete tenuto da parte. Quando la pasta sarà cotta, scolatela e fatela insaporire per qualche minuto insieme alle verdure e servite calda.







PENNE AL SUGO DI ZUCCA

Innanzitutto procuratevi un bel pezzo di zucca gialla, lavatela e passatela in forno così com'è per ammorbidirla. Quando sarà tenera e dopo averla lasciata raffreddare, sbucciatela e tagliatela a cubetti, poi mettetela in un tegame con tutte le erbe che avete a disposizione: rosmarino, maggiorana, salvia, basilico (meglio se secco), origano, dragoncello, alloro, eccetera. Aggiungete un pezzetto di burro, e un bicchiere di latte. Lasciate cuocere a fiamma bassa finché avrete ottenuto una salsa. Aggiungete infine un cucchiaio di panna da cucina e condite subito la pasta.







FUSILLI ALLE
VERDURE

Preparate lavati e tagliati 600 gr. di verdure miste a scelta tra quelle di stagione: fagiolini, zucchine, peperoni, carote, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, piselli (sgusciati), e pomodori freschi. Mettete tutto in un tegame con tre cucchiai di olio e sale a piacere. Cuocete a fiamma bassa e a pentola coperta, mescolando il meno possibile. Quando le verdure saranno tenere, aggiungete una manciata di prezzemolo o basilico tritati e condite la pasta.







LASAGNETTE COL RADICCHIO

Preparate le lasagnette con la sfoglia di pasta di semola, poi mettetele a seccare su un telo ben pulito e leggermente infarinato. Pulite due o tre cespi di radicchio trevigiano (a seconda della grandezza), e un mazzetto di erbette (o spinaci selvatici), poi tagliateli non troppo sottilmente. Mettete il tutto in un tegame con un cucchiaio di olio, un pezzetto di burro, sale a piacere e un cucchiaio di farina (anche integrale), un pizzico di maggiorana e un pizzico di asafetida in polvere. Fate rosolare a pentola coperta, mescolando spesso per qualche minuto, poi aggiungete un bicchiere di brodo vegetale e cuocete ancora per qualche minuto, finché le verdure si sono ammorbidite, poi aggiungete un cucchiaio di pinoli sgusciati e schiacciati. Cuocete a parte le lasagnette, scolatele e conditele con il sugo di verdure, aggiungendo una bella manciata di mozzarella grattugiata.







PENNE AI PEPERONI

Scegliete un peperone verde, uno giallo e uno rosso ben interi, lavateli e passateli in forno finché la buccia non sarà diventata scura. Toglieteli dal forno, lasciateli intiepidire, spellateli e divideteli in filetti, raccogliendo il sugo e filtrandolo dalle bucce e dai semi. Mettete i filetti di peperone in padella, aggiungete due o tre pomodori maturi, spellati e tagliati a filetti, salate, aggiungete due o tre cucchiai di olio, e fate scaldare a fiamma bassa per una decina di minuti. Alla fine aggiungete una manciatina di prezzemolo tritato e se vi piace, un cucchiaio di panna da cucina. Condite la pasta.







INSALATA
FREDDA DI
PASTA

Tritate grossolanamente 550 gr. circa di pomodori freschi maturi, tagliate a pezzetti quattro coste di sedano e a julienne tre carote tenere, poi aggiungete un peperone rosso e uno giallo cotti al forno, spellati e tagliati a filetti, un mazzetto di basilico tritato, un cucchiaio di capperi salati tritati, e origano a piacere. Lessate 500 gr. di penne rigate, scolate e raffreddate con acqua corrente, poi versate nella terrina con gli altri ingredienti e condite con abbondante olio extra vergine di oliva, sale e peperoncino. Lasciate in frigorifero e al momento di servire aggiungete 100 gr. circa di olive nere snocciolate e tagliate.







PENNE E ZUCCHINE

Lavate e affettate non troppo sottilmente 400 gr. di zucchine piccole, friggetele in abbondante olio o burro chiarificato, scolatele e passatele in un tegame con un bicchiere di brodo vegetale, mescolando spesso perché le zucchine comincino a disfarsi, poi quando il liquido si sarà asciugato aggiungete un cucchiaio di pinoli schiacciati, 50 gr. circa di cagliata fresca sbriciolata, due cucchiai di prezzemolo tritato e qualche goccia di succo di limone. Condite subito la pasta.















COSA? NIENTE TV?

I bambini in Coscienza di Krsna sono tra i pochi che guardano la televisione raramente e non ne sentono la mancanza.
L'aula giudiziaria ammutolì quando rivolgendosi alla giuria additò l'imputata, una giovane e attraente donna che sedeva quietamente recitando le sue preghiere. Il pubblico ministero stava riassumendo i fatti che avevano portato alla causa per l'affidamento di David, sette anni, figlio dell'imputata, iscritto a una scuola elementare del Movimento per la coscienza di Krsna. Il padre del ragazzo, divorziato dalla moglie, le aveva chiesto di toglierlo dalla scuola o di rinunciare all'affidamento. L'imputata aveva rifiutato.
Il pubblico ministero elencò alcuni fatti sbalorditivi sulla vita che conduceva il bambino nelle scuole di Krsna: non si mangiava carne, ci si alzava presto al mattino per il servizio al tempio e si imparava che l'uomo non discende dalla scimmia. Si arrivò quindi all'argomento decisivo: "I bambini non guardavano neanche la televisione".
Un brusio percorse rapidamente la galleria quando i testimoni e la gente presente realizzò l'esatto significato di queste parole.
"Cosa? Niente televisione?"
Ciò nonostante la giuria trovò il ragazzo contento e in buona salute e confermò il suo affidamento alla madre. Non riuscirono a trovare niente da obiettare sulla dieta del ragazzo. Infatti, due medici constatarono il suo perfetto stato di salute. Le osservanze religiose del mattino sembravano non aver procurato alcun danno al ragazzo. Quanto alla sua maturazione, il ragazzo stesso fornì un eccezionale sunto delle teorie di Darwin.
E che cosa ne pensava della televisione? Disse che non gli interessava averla.
"Allora cosa fai?" gli domandarono.
"Gioco con i miei amici", rispose, "e nel weekend vado nelle fattorie di Krsna per imparare come seminare, come gli alberi hanno dei sentimenti e come mungere una mucca. Mi piace anche suonare la mrdanga (tamburo) e cantare i nomi di Krsna."
La sua insegnante fornì maggiori informazioni sui suoi studi e le sue attività alternative. Come molti suoi compagni di scuola possedeva un livello di lettura superiore a quello medio degli scolari delle scuole pubbliche, e una conoscenza matematica molto più ampia. Era birichino come ogni altro bambino della sua età, ella disse, ma molto rispettoso nei riguardi dei suoi insegnanti e degli adulti; era dispiaciuto che suo padre non andasse a trovarlo e che gli scrivesse solo una volta alla settimana.
Il caso del ragazzo era eccezionale poiché in genere i bambini del Movimento vivono con entrambi i genitori. La separazione, tantomeno ad un'età così giovane, non è praticata nella cultura vedica. Quello che non era eccezionale per i bambini del Movimento era l'assenza della televisione. I programmi della televisione offrono poco a coloro che stanno crescendo spiritualmente. I bambini dei devoti hanno molte più soddisfacenti forme di divertimento che li impegnano sia fisicamente che intellettualmente. E sebbene l'uso degli apparecchi televisivi non sia di per sé stesso negativo per i devoti, il contenuto dei programmi, è generalmente poco utile per l'educazione spirituale.
I bambini coscienti di Krsna non hanno bisogno di "soccorsi" elettronici per intensificare il loro interesse nello studio, e gli stessi bambini dicono che i programmi televisivi sembrano "inventati" e sono noiosi.
Isvara Puri dasa ha sei anni e mezzo e ha visto i programmi televisivi in occasione di visite ai suoi parenti. I suoi genitori sono entrambi devoti. "Non mi piace affatto quando fanno vedere la gente che uccide", spiega. "Se si uccide qualcuno si dovrà pagarne il
karma. Ci dovrebbero essere programmi su Krsna in modo che i bambini possano purificarsi. Altrimenti faranno delle sciocchezze come uccidere e dovranno soffrire."
"Non mi è mai piaciuto Topolino", dice, "Non è reale. E' inventato. Quando ero più piccolo mi piaceva la televisione, ma la mia intelligenza ora è maggiormente sviluppata. Oltretutto, le cose di Krsna sono molto più divertenti della televisione."
I genitori di Madhavi sono anch'essi devoti ma lei aveva già sette anni quando entrò nella Coscienza di Krsna. Ora Madhavi ha nove anni. "Immagino che mi piacesse la televisione prima di diventare devota, ma la vedevo con occhi materiali. Non mi piace più perché so che è un'illusione. Le cose non vanno realmente come fanno vedere e parlano sempre di sigarette, gomma da masticare, carne da mangiare  cose che non vanno bene. E voi dimenticate Krsna quando guardate la televisione."
I genitori devoti e gli insegnanti aiutano i bambini a non diventare videodipendenti con un programma giornaliero denso di varietà e colore. I programmi del mattino e della sera soddisfano i bambini in maniera particolare. I programmi portano la comunità dei devoti a riunirsi per cantare e danzare davanti alla Divinità di Krsna. La Divinità riceve ghirlande di fiori freschi ogni mattina e i fiori del giorno precedente vengono distribuiti ai bambini e agli ospiti. Vicino all'altare i bambini hanno un posto speciale a loro riservato per poter vedere da vicino le meravigliose decorazioni di Krsna. I bambini aiutano a cucinare, partecipano alle feste della Domenica e ai festival e fanno frequenti gite con i loro compagni di classe.
"Ti piacciono i tuoi studi, David?", gli chiese l'avvocato difensore.
"Certo. Anche quando studiamo l'inglese o la matematica parliamo di Krsna. Durante le lezioni di storia impariamo ciò che è accaduto molto tempo fa in India quando il governo era cosciente di Dio e poi parliamo di quanto è differente adesso."
"Prima, David, hai detto che non rimpiangi la televisione. Che cosa fai per divertirti?"
"Facciamo del teatro ogni settimana. Impersoniamo diverse incarnazioni di Krsna, come Sri Rama, indossiamo dei costumi e alla festa della Domenica facciamo uno spettacolo per gli ospiti e i devoti. Mi piace impersonare Hanuman, il guerriero scimmia di Rama, perché è forte ed è un grande devoto". Nessuno osò controbattere dicendo che guardare i cartoni animati in televisione era "più costruttivo".
I devoti non sono contrari alla televisione in se stessa perché può essere usata per diffondere il messaggio della Coscienza di Krsna. Anzi c'è un reparto video che offre conferenze registrate e rappresentazioni teatrali. Usare la tecnologia al servizio di Krsna non significa rompere la tradizione religiosa, ma al contrario dimostra che qualsiasi cosa  anche le macchine  sono energie del Signore e possono essere usate per scopi devozionali.
In India alcuni religiosi rifiutano persino gli orologi perché considerano contaminante l'olio lubrificante. I devoti di Krsna riconoscono comunque che quando si è stati preparati correttamente ad impegnare qualsiasi cosa al servizio di Dio, non si rende necessario arrivare a questi estremi.
"L'obiezione non è al mezzo ma al messaggio", spiegò la madre di David. "La cultura di Krsna conferisce grande importanza a determinati valori che gli spettacoli della televisione commerciale trascurano: la castità, il rispetto per la vita in qualsiasi forma, il minimizzare le necessità materiali, il controllo della mente e dei sensi. Ho letto recentemente che in questo paese nel periodo che trascorre tra l'inizio della scuola e la maturità un bambino passa mediamente undicimila ore a scuola e quindicimila ore di fronte al suo televisore. Queste migliaia di ore non danno niente al suo sviluppo spirituale. Penso che a David tutto ciò non sia necessario e lui non ha fatto obiezioni."
La madre di David disse che i tipi di cibo pubblicizzati dalle reti televisive erano contrari alla dieta di David, che richiede cibi strettamente vegetariani offerti a Dio. "A scuola e a casa David mangia veramente con gusto i pasti devozionali. Non prova alcun interesse nei cibi di scarto. E quando vede i bambini dei non devoti mangiare carne, cerca di spiegare loro che sbagliano. "Dovete uccidere l'animale", dice, "Credete nell'assassinio?" Convince alcuni di loro a pensare a che cosa fanno e mangiano, invece di fare ciecamente quello che vedono in televisione."
L'assenza della televisione ha aiutato molti figli dei devoti a coltivare attività alternative. David e molti suoi compagni, ad esempio, sono lettori voraci, cosa che ha molto accelerato la loro conoscenza della lingua, della scrittura e della concentrazione.
Le ragazze sebbene attente al loro aspetto, sono indifferenti alla moda e al fascino e preferiscono imparare atti devozionali come cucinare, cucire abiti per la Divinità, suonare, cantare e danzare.
Come modelli di comportamento, i bambini preferiscono le persone con caratteristiche morali e religiose elevate anziché gli stereotipati eroi ed eroine dello schermo. Le ambizioni future dei ragazzi non sono la ricchezza, il sesso, la fama o il successo negli affari anche se questi non sono deprecati dai loro insegnanti. I bambini sperano di diventare bravi devoti e di aiutare gli altri a sviluppare il loro amore per Krsna.
Un giorno, dopo l'aggiornamento dell'udienza per la custodia, un visitatore avvicinò la madre del bambino e le chiese se David non fosse stato forse isolato dalla società non guardando la televisione.
"Come genitore", lei rispose, "Vedo molte cose in questa società da cui voglio che David resti isolato e la televisione è una di queste."
Questo articolo è tratto da una storia vera successa negli Stati Uniti: una storia a lieto fine, la madre ebbe definitivamente l'affidamento di David, e David poté continuare i suoi studi alla gurukula.















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IL NETTARE DELL'IMMORTALITA'

Sulle rive del Gange un giovane devoto di Krsna indicò la via dell'immortalità ad un re destinato a morire.



Un grande devoto del Signore, il re Pariksit, era stato ingiustamente maledetto a morire entro sette giorni. Egli comprese comunque che questo era il volere di Krsna e si recò subito presso le rive del Gange per digiunare sino al momento fatale. Udita la notizia, grandi saggi giunsero da tutto l'universo per assistere al suo trapasso.
Approfittando della loro presenza, il re chiese cosa fare negli ultimi istanti della propria vita.
Prima che i saggi potessero dare una risposta, arrivò un ragazzo di sedici anni accompagnato da una folla rumorosa di donne e da monelli di strada, che lo stavano seguendo per il suo aspetto stravagante. Sukadeva aveva le braccia lunghe e i capelli ondulati che gli ricadevano sulle spalle. Era nudo e la carnagione bluastra del suo corpo ricordava quella di Sri Krsna. I suoi occhi erano dolci e grandi, le orecchie e il naso lunghi e, grazie al suo aspetto amabile e ai suoi affascinanti sorrisi, attraeva tutte le donne.
I saggi sulle rive del Gange sapevano che Sukadeva era un'anima spiritualmente realizzata, e così, sebbene il suo aspetto fosse un po' trascurato, si alzarono dai loro seggi per rendergli onore... sapevano che Sukadeva era figlio di Vyasadeva, il grande maestro spirituale che aveva messo i Veda per iscritto. Dopo essersi sottoposto a lunghe penitenze, Vyasadeva e sua moglie avevano concepito Sukadeva. Ma stranamente per dodici anni egli rifiutò di uscire dal grembo materno. In quel periodo suo padre gli insegnò la filosofia della Coscienza di Krsna chiedendogli ripetutamente di uscire. Ma Sukadeva rispose che temeva di sprecare la vita cadendo nell'illusione della vita materiale.
Alla fine Vyasadeva andò a Dvaraka e raccontò a Sri Krsna il suo problema. Così Krsna lo riaccompagnò alla sua capanna e promise a Sukadeva che non sarebbe mai stato vittima dell'illusione. Dissipato ogni timore, Sukadeva uscì dal grembo della madre, e partì immediatamente con lo scopo di insegnare al mondo quello che suo padre gli aveva insegnato sui divertimenti di Krsna.
Temendo di aver perso il proprio bambino, Vyasadeva gridò: "Figlio mio!" Ma solo gli alberi echeggiarono in risposta, così Vyasadeva, sopraffatto dal dolore, seguì Sukadeva nella foresta. In lontananza vide il figlio costeggiare un lago in cui alcune giovani donne stavano facendo il bagno. Quando il giovane passò loro accanto, le ragazze non si coprirono, ma, non appena si avvicinò Vyasadeva, si nascosero. Vyasadeva ne chiese alle ragazze il motivo, e queste risposero che il cuore di Sukadeva era puro. Vyasadeva era un uomo sposato e quindi era portato a distinguere fra uomo e donna, ma Sukadeva no. Lui vedeva solo anime spirituali in differenti abiti. Era completamente trascendentale alle relazioni sessuali e per questo le ragazze non erano molto interessate a lui. In ogni caso Vyasadeva continuava a seguire suo figlio, ma grazie a un potere mistico Sukadeva fu in grado di sdoppiarsi. Il suo alter ego tornò a casa con il padre rappacificato e condusse una normale vita familiare: generò addirittura un bambino. Nel frattempo il vero Sukadeva
vagabondò nelle province di Kuru e Jangala. Sembrava muto e pazzo, ma in effetti era la persona trascendentale più elevata, completamente soddisfatta in se stessa e indipendente. L'incanto delle gratificazioni materiali non lo attrasse mai, né servì mai gente mondana: Sukadeva pensava che un tale destino fosse peggio che bere del veleno.
Secondo Sukadeva, tutto il mondo non era altro che un semplice insieme di nomi che non aveva più senso del mormorio delle onde del mare, ed era pieno di forme temporanee destinate a scomparire. Gli sciocchi chiamano queste forme moglie, bambini, famiglia, casa, paese, società, e così via, e sprecano la propria vita nel vano tentativo di mantenerle. Ma Sukadeva non si preoccupava, né disperdeva energie in cose simili. Per tutta la vita cercò la verità spirituale incoraggiando tutti a fare lo stesso.
"Se c'è terra abbastanza per sdraiarsi, a che cosa servono i letti?"  egli diceva. "Quando si possono usare le braccia a che cosa serve un cuscino? Quando si possono usare le palme delle proprie mani a che servono gli utensili? Non ci sono più abiti di corteccia giacenti sulla strada comune? Gli alberi non danno più i loro frutti? I fiumi si sono prosciugati? Non danno più l'acqua agli assetati? Le caverne nelle montagne sono chiuse? E soprattutto, il Signore onnipotente non protegge più le anime pienamente sottomesse che diffondono le Sue glorie? Perché allora bisognerebbe adulare coloro che sono intossicati dalla ricchezza guadagnata con fatica? Come meta ultima nella vita una persona dovrebbe semplicemente adorare il Signore Supremo".
"Sorgendo e tramontando" disse Sukadeva "il sole rende la morte più vicina per tutti eccetto che per chi usa il proprio tempo prezioso per discutere i divertimenti del Signore. Gli alberi non hanno forse una lunga vita? Il mantice forse non respira? E non vediamo dappertutto animali che mangiano e che si riproducono? In che modo saremmo allora diversi se non ascoltassimo le glorie del Signore?"
"Chi non ha né udito, né recitato simili messaggi ha le orecchie simili ai buchi dei serpenti e la lingua simile a quella di una rana. Gracchiando la rana richiama semplicemente i serpenti ad inghiottirla  e parlando di cose mondane gli uomini stanno semplicemente chiamando la morte. Che cantino le eterne canzoni del Signore e che si rendano eterni."
"La tua testa può essere coperta con un turbante di seta o una corona d'oro" avvertì, "ma se non la chini davanti al Signore, il tuo turbante o la tua corona sono solo un peso inutile. Le tue mani possono essere decorate con anelli scintillanti, ma se non le usi per pulire il tempio del Signore non hanno più valore delle mani di un cadavere. Gli occhi che non contemplano la forma meravigliosa di Krsna sono come quelli di una piuma di pavone, e le gambe che non si recano nei luoghi santi dove è ricordato Krsna non valgono più di tronchi d'albero. La persona che non ha mai servito un puro devoto di Krsna è come un corpo morto, anche se continua a respirare".
Comunque quando Sukadeva arrivò sulle rive del Gange, il re Pariksit chinò la testa e tutti i saggi offrirono i loro omaggi. Sukadeva scambiò abbracci, strette di mano e saluti, e si chinò davanti a suo padre Vyasadeva che era presente alla riunione. Vedendo questo i ragazzini e le donne che avevano seguito il giovane saggio, si meravigliarono ed ebbero paura. Tutti si fecero seri e l'atmosfera si riempì di calma.
Sukadeva era circondato da santi saggi e deva, proprio come la luna effulgente è circondata da stelle brillanti, pianeti incandescenti e da altri corpi celesti radianti. Era pieno di bellezza, e tutti lo rispettavano per la sua pura devozione a Krsna. Egli era seduto, perfettamente tranquillo, intelligente e pronto per rispondere a qualsiasi domanda senza esitazione.
Il re Pariksit si chinò davanti a lui e lo interrogò con dolci parole a mani giunte.
"Tu sei il maestro di grandi santi e saggi, perciò ti prego, spiegami ciò che è giusto fare quando si sta per morire".
Sukadeva rispose, "Mio caro re, la tua domanda è gloriosa perché è di grande beneficio per tutti."
"Mio caro re, ti rimangono sette giorni di vita. Ma non lamentarti. Che valore ha una lunga vita sprecata? Meglio un momento di piena coscienza, perché ti dirigerà sul sentiero dell'eternità. O re, colui che desidera la libertà dalla morte deve sempre ascoltare, glorificare e ricordare Dio, la Persona Suprema, Sri Krsna. Cantando costantemente i Suoi Nomi e i Suoi divertimenti: le grandi autorità ci dicono che questa è la via del successo. Bevi profondamente questo nettare immortale, i divertimenti del Signore, e senz'altro raggiungerai la Sua dimora etema. Ore, il successo più alto nella vita è ricordare Krsna al momento della morte".















Hare Krsna
Hare Krsna
Krsna Krsna
Hare Hare
Hare Rama
Hare Rama
Rama Rama
Hare Hare















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Istruzioni Finali

Durante i suoi ultimi mesi, Srila Prabhupada non era molto attivo fisicamente e parlava relativamente poco. Nonostante ciò, quando parlava le sue parole erano piene di forza spirituale. Questi estratti degli ultimi momenti di Srila Prabhupada rivelano la mente del puro devoto e del maestro universale. E mostrano chiaramente che Srila Prabhupada è una persona trascendentale, la cui devozione a Sri Krsna e alla missione di diffondere l'amore per Krsna è immortale.



"Non posso parlare. Mi sento debole. Volevo andare a Chandigarh e in altri luoghi ma ho cambiato programma perché la mia salute si sta deteriorando. Ho deciso di venire qui a Vrndavana [la terra di Sri Krsna]. Se sopraggiunge la morte, che venga qui".
"Non c'è niente di nuovo da dire. Tutto quello che avevo da dire l'ho già detto nei miei libri. Ora tutti voi dovete cercare di capirlo e continuare con i vostri sforzi. Se sono presente o no, non ha importanza. Proprio come Krsna vive eternamente, anche l'essere vivente vive eternamente. Ma specialmente... kirtir yasya sa jivati: 'Colui che serve il Signore vive eternamente'. Vi è stato insegnato il servizio a Krsna e con Krsna vivremo eternamente. La nostra vita è eterna. Na hanyate hanyamane sarire: la scomparsa di questo corpo temporaneo non ha importanza. Il corpo è destinato a scomparire. Perciò vivete per sempre servendo Krsna. Grazie molte".
"Ci sono due cose: la vita e la morte. Perciò se muoio che cosa c'è di strano? Se muoio è naturale".
"Il nostro denaro è speso solo per Krsna: il palazzo di Krsna, il tempio di Krsna, l'adorazione di Krsna, la glorificazione di Krsna. Niente è per il nostro godimento personale. Questa è vita da uomini".
"Voglio anche che organizzate la società varnasrama [la struttura sociale vedica]. Dividete la società: brahmana [classe intellettuale], ksatriya [amministratori] e così via. Ci dovrebbe essere una divisione sociale, proprio come c'è una divisione fra le differenti parti del corpo. Questo aiuterà la gente. Non sprecate la forma di vita umana con una vita peccaminosa. Ho già fornito le idee nei miei libri, perciò dovreste leggerli tutti. Siete tutti intelligenti. Caitanya Mahaprabhu disse, paranpakara  fate del bene agli altri, non approfittate di loro. Qualsiasi essere umano è capace di cantare Hare Krsna. Dategli il canto e cercate di aiutarlo. Chiaro?"
"Questa è la nostra missione: tutto quello che abbiamo insegniamolo agli altri. Tutto il mondo è pieno di sofferenza. Perciò la nostra scuola, la gurukula, è destinata a questo scopo: insegnate agli studenti e lasciateli andare in tutto il mondo per insegnare agli altri. Durlabha manavajanma satsangel taraha e bhava sindhu re: ['La vita umana, specialmente in associazione con i devoti, è molto rara da ottenere. Perciò, per favore, approfittate di questa opportunità per attraversare l'oceano dell'esistenza materiale']".
"Il mio Guru Maharaja [maestro spirituale] diceva, 'Tutto il denaro di cui disponi usalo per stampare libri'. Era così felice di stampare libri. Perciò fatelo molto bene. Il mio Guru Maharaja era solito dire: 'Continuate a stampare, continuate a stampare'. Io ho stampato i miei libri; ora voi continuate".
"La stampa di libri spirituali è la forza della nostra vita. Stampate più libri. Questo corpo materiale è solo ossa. Ma continuate a stampare: questa è vita. Non siamo interessati alle ossa o alle pietre. Il nostro vero interesse è la forza vitale: apareyam itas tv anyam prakrtim viddhi me param. La forza vitale sostiene queste ossa... Nel mondo materiale la gente sta semplicemente proteggendo ossa e carne; non ha nessuna idea [spirituale]".
"Prendete la materia  mischiate la terra con l'acqua, la mettete nel fuoco, e poi ne fate una costruzione. Ma la materia non può agire da sola. La materia non può avere mente, coscienza o impulso. E' un nonsenso dire che la materia dà nascita alla vita. La materia non ha senso. La vita è l'energia superiore; la materia è inutile. Bhumir apo 'nalo vayuh [gli elementi materiali] sono inutili. Ma c'è un'altra natura superiore. Yayedam dharyate jagat. E quella natura sta effettivamente governando tutto l'universo".
"Voi, [discepoli] siete tutti uomini esperti e intelligenti; potete continuare a dirigere questo movimento. Se me ne vado, non c'è motivo di lamentarsi. Sarò sempre con voi attraverso i miei libri e le mie istruzioni. Rimarrò sempre con voi in quel modo".
"Non ho sprecato un solo momento. Ho cercato di fare del mio meglio ed entro un certo limite ho avuto successo".
"Fate sankirtana [canto collettivo dei santi Nomi]. Tutti, europei, americani, africani, Nazioni Unite sotto la bandiera di Sri Caitanya Mahaprabhu. Fatelo proprio come vi ho mostrato. E' possibile. Queste sono le vere Nazioni Unite. Provateci sotto la protezione di Caitanya Mahaprabhu e tutto sarà un successo. Gli altri perderanno solo il loro tempo e saranno delusi. Trasmigreranno da un corpo all'altro e soffriranno".
"Non appena una persona dimentica Krsna e vuole godere della vita in modo indipendente, cade".
"Le motivazioni materiali dovrebbero essere abbandonate e tutto ciò che è favorevole dovrebbe essere impegnato al servizio di Krsna. Allora ci sarà il successo".
Quando gli chiesero chi sarebbe stato il suo successore come leader del movimento per la Coscienza di Krsna, Srila Prabhupada rispose: "Tutti i miei discepoli saranno eredi di questo movimento. Se volete potete esserlo anche voi. Sacrificate tutto. Io  uno  posso morire. Ma i devoti sono centinaia e questo movimento è destinato a crescere. Io non darò ordini: 'Ecco il prossimo leader'. Chiunque segua ciò che ho fatto io è un leader. Non faccio distinzione tra Indiani o Europei. Tutti i miei discepoli sono dei leader  se seguono in modo puro. Se volete seguire, anche voi potete dirigere. Ma voi non volete seguire. 'Leader' significa 'devoto di prima classe'. Evam parampara praptam. Colui che segue perfettamente. La nostra istruzione è, guru mukhapadmavakya. Lo sapete? Ara na kariha mane asa ['Il mio unico desiderio è quello di avere la coscienza purificata dalle parole che emanano dalla bocca di loto del mio maestro spirituale']. Diventare un leader non è molto difficile, è sufficiente essere pronti a seguire le istruzioni del guru autentico".















Un tesoro di conoscenza spirituale

Il Libro di Krsna

La Bhagavad-gita così com'è

Il Nettare della devozione

Per informazioni: Bhaktivedanta Book Trust - Strada Bonazza 11 - 50028Tavarnelle Val di Pesa - Firenze
Telefono 055/8076414

fine del numero di ottobre 1991.